1822 - Morte di Shelley; Sinfonia no. 8 di Schubert (Incompiuta)
Shelley affogò al largo della costa di Livorno l'8 luglio 1822, meno di un mese prima del suo trentesimo compleanno. Il mistero circonda le circostanze del naufragio della sua barca, Ariel, che colò a picco, durante un temporale, con altre due persone a bordo. Alcuni ritengono che Shelley stesso abbia fatto naufragare la barca in un atto egoistico di suicidio, altri ritengono che egli sia stato vittima di un attacco di pirati, o anche che fu ucciso per motivi politici. Il corpo rimase disperso in mare per undici giorni, e al suo ritrovamento fu cremato sulla spiaggia di Viareggio. Al funerale, Edward Trelawny, un amico del poeta, prese dal cadavere quello che credeva essere il cuore di Shelley e lo diede a Mary Shelley che lo conservò per il resto della sua vita in una scatola a forma di cuore. Sebbene, ai giorni nostri, ciò possa sembrare morbosamente grottesco, la pratica di conservare reliquie come ricordi dei defunti era piuttosto comune a quei tempi. Byron avrebbe voluto conservare il cranio dell’amico che però non rimase intatto dopo la cremazione. La collezione della Keats-Shelley House annovera anche frammenti della mandibola di Shelley.
Fu nel 1822 che Schubert iniziò la sua famosa sinfonia incompiuta, Sinfonia n. 8. Il fatto che lui non ha mai finito l'opera è sempre rimasto avvolto nel mistero: ha completato solo due movimenti, nonostante essere vissuto per ancora sei anni dopo averla iniziata.