1834 - Morte di Coleridge
Coleridge morì di arresto cardiaco, probabilmente causato dall’oppio, il 25 luglio 1834. Morì nella sua casa di Highgate, a Londra, dove aveva vissuto come ospite del medico James Gillman e della sua famiglia per diciotto anni. La morte di Coleridge creò un acceso dibattito sulla sua vita e sulla sua eredità poetica. Sebbene, ai suoi tempi, fosse stato fortemente criticato per la sua tossicodipendenza, per essere politicamente un voltagabbana e un plagiario, e un uomo che distrusse la sua carriera lasciando soltanto poche iniziali poesie di successo, i biografi moderni hanno un’opinione più positiva. Le sue ultime opere sviluppano temi come Ragione e Comprensione, Fantasia e Immaginazione, Cultura e Civilizzazione, e alcuni critici ritengono che i suoi componimenti anticipino idee del movimento esistenzialista. Nel 1997, l’Oxford University Press ha pubblicato una traduzione inglese del Faust di Goethe, suggerendo che fosse il capolavoro di traduzione da lungo perduto, commissionato a Coleridge nel 1814.